Sass Rigais

Sulle Odle, forse le più eleganti montagne di tutte le Dolomiti.

Una bella, facile, panoramica salita per una via attrezzata sulla vetta più alta delle Odle.


Distanziate da una manciata di metri il Sass Rigais e la Furchetta sono le due massime elevazioni del Parco Puez-Odle e mentre la salita alla seconda richiede capacità alpinistiche la cima del Sass Rigais è alla portata dei più grazie a due vie ferrate che ne attraversano rispettivamente il versante est e quello a sud-ovest, consentendo così un’escursione di grande interesse. Riguardo la scelta sul percorso da seguire non vi sono particolari differenze tra le due vie (sono entrambe classificate come facili/moderatamente difficili), salvo gli ambienti che si attraversano abbastanza differenti tra di loro a tutto vantaggio della varietà dell’escursione. L’avvicinamento avviene utilizzando la telecabina che sale al Col Raiser da dove con una breve camminata in discesa si arriva al Rifugio Firenze, ottimo punto di appoggio crocevia di alcuni sentieri che consentono di raggiungere alcune cime che sono attorno, tra cui la meta odierna. Si prende il sentiero n. 13 che in lieve salita si snoda lungamente attraverso prati via via sempre più popolati di stelle alpine fino a divenirne una vera e propria prateria donando una visione rara e molto bella. Dopo questo primo tratto si giunge al vasto alpeggio di Plan Ciautier che si estende proprio alla base del Sass Rigais e della Furchetta che si elevano proprio di fronte: ci troviamo in un punto da cui si può osservare nel suo complesso la schiera delle ardite cime che costituiscono le Odle: dal Fermeda e la Gran Odla a ovest fino al Longiaru verso est e più oltre si intuisce il Piz Duledes, avamposto del Puez. Proprio nel punto in cui il sentiero che abbiamo appena percorso si immette nel pianoro una palina indica la direzione per la ferrata* e poco dopo si incontra una seconda indicazione in corrispondenza del bivio tra la via da est e quella da sud-ovest dove si deve scegliere quale orientamento si vuole dare all’attraversamento del Sass Rigais. Scegliendo la via da est si inizia a risalire la Valle Salieres con una serie di tornanti attraverso un vasto brecciaio racchiuso tra altissime pareti verticali; si procede così in un ambiente solenne fino alla testata del vallone dove il ghiaione lascia il posto ai primi gradoni di roccia che si superano con un breve tratto di semplice arrampicata cui segue una traccia che porta sino al punto dove inizia il tratto di via attrezzata. La via è assistita da funi ben ancorate e procede abbastanza verticale tuttavia senza particolare esposizione sviluppandosi principalmente per canali con buoni e numerosi appigli; si supera senza difficoltà e con un certo divertimento il passaggio più verticale della via su una parete levigata attrezzata con alcuni pioli e delle cambre da cui si esce nuovamente su canalini dove la fune serve più che altro come mancorrente. Terminato il tratto attrezzato ci si porta sul versante a sud da cui risulta finalmente visibile la grande croce della vetta; l’ultimo tratto di salita si supera per tracce di sentiero che si alternano a punti in cui ci si aiuta mettendo le mani sulla roccia fino a raggiungere un ultimo traverso un poco esposto, assistito anche questo da una fune, dopo di che ci si trova sulla cima del Sass Rigais. Vista la quota, la seconda più elevata del gruppo, la visuale panoramica è formidabile sull’intero complesso Puez-Odle e si estende fino al Sassolungo, molto ben visibile. Volendo completare la traversata di questa bella vetta dolomitica conviene scendere dal versante opposto a quello di salita, quindi nel mio caso lungo la via ferrata a sud-ovest che si attacca superando una breve ed esposta crestina cui seguono le prime rocce attrezzate. Il percorso di discesa risulta piuttosto differente in quanto ad ambientazione e si sviluppa lungo spazi aperti con ottima visuale verso la Gran Odle, Fermeda e più oltre gli alpeggi in alta quota del Monte Seceda. A differenza della ferrata sul versante est qui i tratti attrezzati con funi sono sensibilmente più lunghi e meno verticali mentre l’esposizione è in alcuni punti piuttosto marcata; il tutto è comunque facilmente superabile grazie all’ottima attrezzatura che nella parte in basso presenta anche alcuni ponticelli costituiti da assi di legno che facilitano il superamento di qualche fenditura e poi, a seguire, alcuni ripidi scaloni che immettono nello sbocco al Plan de Ciautier del vallone appena percorso, completando così una traversata molto avvincente.
(*) A dispetto delle tante e chiare indicazioni presenti qui come altrove, complice anche un consulto un po’ confuso con due escursionisti locali che mi sono sembrati pratici del posto, ho commesso un errore ed invece di imboccare la Val Salieres (che porta all’attacco della ferrata sul versante est) mi sono addentrato nel vallone a questa parallelo che peraltro si è rivelato anch’esso un ambiente bellissimo, avendolo risalito quasi fino alla testata dove finalmente ho realizzato di aver sbagliato strada!! Tornato quindi indietro ho finalmente ripreso la salita, questa volta nella giusta direzione.